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SmartPhone e autoregolazione emotiva in età pediatrica

SmartPhone e autoregolazione emotiva in età pediatrica

Il TAR del Lazio ha imposto ai ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione, di organizzare entro il 16/07/2019 una grande campagna informativa sull’utilizzo corretto dei cellulari.

I pediatri sottolineano i rischi legati alle onde elettromagnetiche (nonostante non ci siano definitive evidenze scientifiche che dimostrino un rapporto di causa-effetto tra radiofrequenze e patologie tumorali), nonché ai possibili danni alla vista o agli aspetti posturali.

Ma quali rischi ci sono da una prospettiva psicologica?

Sappiamo tutti quanto la tecnologia ci sia di aiuto ogni giorno, eppure si celano delle insidie dietro qualcosa che abbiamo con noi, sempre, ovunque.

E non mi riferisco ai messaggi audio di 8 minuti su WhatsApp che ci fanno venir voglia di bloccare quella simpatica persona priva di capacità di sintesi, a nostra nonna che impara ad usare FaceBook, o allo stalking dei CallCenter, ma alle conseguenze a livello psicologico dell’esposizione ai device in età pediatrica.

Un uso massiccio, infatti, può comportare una serie di conseguenze negative, interferendo con la traiettoria evolutiva del bambino.

Quante volte, ad esempio, un genitore propone sotto agli occhi del figlio uno schermo, magari mentre il piccolo è annoiato? O anche per accompagnarlo durante il pasto? Oppure ancora per modularlo dopo che qualcosa lo ha turbato, come una caduta, un brusco risveglio, il dispiacere di non essere preso in braccio, etc.?

In particolar modo a risentirne è la regolazione delle emozioni del bambino, che, anziché sentirle, riconoscerle e modularle “attraverso” i genitori dapprima, e da sé successivamente, tenderà a bloccarle, entrando in una sorta di stato dissociativo, dirigendo tutta la sua attenzione allo schermo. Quasi come se “l’altra realtà”, quella virtuale fatta di musiche, cartoni animati, giochini, soppiantasse di botto lo stato di malessere, o momento di condivisione, del bambino. Una fuga dalla realtà interna.

Questo impedisce al piccolo di regolare da sé (auto-regolazione emotiva) le emozioni, sia positive che negative.

Di conseguenza, l’intera gamma delle emozioni sarà poco esplorata e incontrollata, con bambini sempre più soggetti ad esplosioni di rabbia, intensi pianti improvvisi, difficoltà a dormire, comportamenti aggressivi, atteggiamenti non collaborativi, difficoltà relazionali.

Paradossalmente, in un secondo momento, si corre anche il rischio per il genitore di non riuscire agevolmente a sottrarre al figlio il dispositivo, proprio perché si è configurata una dipendenza; se in un primo momento il problema è “dare” la tecnologia, poi può verificarsi la criticità opposta (hai mai provato a sottrarre la PlayStation ad un ragazzino?).

L’acquisizione della capacità di regolazione emotiva in età evolutiva si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando la qualità di vita dei bambini di oggi e degli adulti che diventeranno.

Le emozioni assumono un ruolo centrale nella vita degli esseri umani. Lo stato emotivo determina, in modo sostanziale, la condizione di benessere o malessere delle persone e ne influenza le azioni. Ad esempio, alcuni comportamenti disfunzionali come abbuffate, agiti aggressivi, abuso di sostanze, dipendenze, promiscuitàautolesionismo e disturbi come ansia e depressione, sono frequentemente associati ad un’inefficiente regolazione delle emozioni. Per questo motivo, per i genitori risulta fondamentale aiutare i propri figli ad acquisire abilità di regolazione emotiva efficaci, che incidano positivamente sul loro stato di benessere fisico e psicologico.

Chiaramente un genitore può avvertire un profondo senso di frustrazione nel non sapere come tranquillizzare il proprio figlio che si dispera, cercando nell’immediato di strappargli un sorriso; ma proiettarlo nel mondo virtuale, soprattutto nei momenti critici, lo allontanerà dall’esperienza che il bambino può fare di sé e del mondo reale, e dal senso di auto-efficacia nel gestire le emozioni e le situazioni.

Non è una crociata contro smartphone, tablet, PC, e TV; se ben usati possono giocare un ruolo educativo, ludico e costruttivo.

E non si vuole nemmeno assumere un atteggiamento giudicante verso i genitori che istintivamente e in buonafede agiscono in tal senso; anzi, a loro va la massima comprensione.

Un uso più consapevole della tecnologia può solo giovare ai piccoli e ai genitori stessi, prevenendo problemi nello sviluppo del mondo interno del bambino, che è la base per il suo benessere.

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