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PRIMA ANCORA DI INIZIARE…

Ci vado o non ci vado, chiamo o non chiamo?

Se sei qui, forse, hai già fatto il passo più importante di tutti, e cioè prendere in considerazione la psicologia e le sue immense risorse.

Probabilmente sai già cosa non va nella tua vita, quali aspetti vorresti cambiare, oppure senti che in generale non sei soddisfatto, quasi come se vivessi a metà.

E quindi cosa si può fare?

Parlare della propria vita, di questioni personali e di sofferenza/disagio con uno psicologo, è una decisione che si elabora un po’ alla volta, poiché non si tratta di qualcosa che ci è familiare. Spesso si attende molti mesi o addirittura anni e, quando ormai il convivere con i propri problemi ha iniziato a compromettere in modo significativo differenti ambiti della vita (individuale, familiare, lavorativa, di coppia, sociale…), ed il conforto delle persone vicine (parenti, amici,..) non riesce più ad alleviare il malessere, si valuta la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo.

Andare dallo psicologo significa mettersi in discussione, significa anche che qualcosa non va e che da soli non riusciamo a stare bene; e questo, in un’epoca che ci vuole sempre belli, pronti, capaci, veloci, di successo, privi di difetti, pieni di contatti, follower, riconoscimenti, numeri di visualizzazione/like/iscritti, richiede un enorme “salto” per fermarsi un attimo e staccarsi dalle aspettative nostre e altrui (famiglia, società…).

Sembra quasi che per star bene, paradossalmente, ci si debba sentire male, altrimenti i mille impegni (spesso creati da noi stessi per distrarci e non “pensare troppo”) ci fagocitano, impedendoci di prenderci cura di noi.

Ed è a quel malessere, a quella vita che non ci soddisfa, e soprattutto a noi stessi in toto, che dobbiamo dare spazio e tempo…

Prima di andare dallo psicologo ci si fa numerose domande, sorgono mille quesiti e dubbi, e spesso si finisce per confinare tale opportunità in un cassetto, come uno strumento che “tanto appena servirà è sempre lì, non scappa mica”. E può anche starci, a meno che il procrastinare non diventi sinonimo di prolungare il malessere. Un po’ come quando abbiamo un problema di salute fisica e rimandiamo i controlli dal medico, rischiando che le cose peggiorino e vivendo male le nostre giornate.

Quando decideremo che è arrivato il momento di fare qualcosa per noi stessi?