
Provo a mettere la psicologia a disposizione di tutti coloro che sentono l’esigenza di una qualità di vita migliore, integrando il semplice (semplice si fa per dire, eh!) trattamento di disturbi e psicopatologie, o la mera classificazione nosografica, con la presa in carico della persona-coppia-famiglia-gruppo nella sua totalità (le diagnosi e le parcellizzazioni sono utili per mettere a fuoco un problema, ma comprensione e cambiamento si realizzano grazie ad una visione d’insieme, multisettoriale e su piani differenti).
Quando mi chiedono a che serve la psicologia, rispondo sempre che come obiettivo primario vi è il tirar fuori dall’altro ciò che realmente è, la sua essenza più autentica, vale a dire stimolare la sua soggettivazione. Detta così sembra facile, eppure, come è intuibile, è un vero e proprio lavoraccio (per il paziente, e non solo per lui); tuttavia non conosco altri modi più efficaci di questo per vivere Bene.
Tutto questo è possibile se si giunge ad essere liberi:
liberi di essere se stessi, liberi di dare parola al dolore, liberi dagli schemi, liberi dal salvagente che nonostante ci abbia tenuti a galla, nel tempo è diventato una trappola capace di bloccarci, di impedirci l’esplorazione, di imparare a nuotare da soli, e forse di raggiungere una bella e rigogliosa isola tropicale proprio lì vicino.
Vedi anche PRIMA ANCORA DI INIZIARE…
Ci tengo a precisare che oltre alla formazione e alle inclinazioni personali, a guidarmi nella professione vi è un’etica profonda e radicata (questo per qualcuno significa ancora qualcosa).